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Terme di Diocleziano

Breve Storia delle Terme di Diocleziano a Roma

Le Terme di Diocleziano rappresentano le più grandi terme della Roma Antica. La loro costruzione iniziò intorno al 298, per volere dell'Imperatore Massimiano, di ritorno dalle Campagne in Africa Settentrionale.
La datazione è possibile grazie all'iscrizione dedicatoria sul sommo dell'entrata delle Terme, che ne indica con precisione il momento storico della completa edificazione, di certo avvenuta prima della morte dell'Imperatore Costanzo Clorio.

L'intera struttura si presentava composta di mattoni, tutti con il bollo di Diocleziano. Poste sul Colle Viminale, queste Terme erano ampie almeno il doppio rispetto alle Terme di Caracalla. Ancora nel V secolo, lo storico Olimpiodoro, attestava la presenza di circa 2400 vasche all'interno, con una capienza di 3000 persone. Per capirne le reali dimensioni è sufficiente prendere in considerazione il fatto che l'attuale Piazza delle Repubblica è stata ricavata dall'esedra delle Terme (come testimoniato anche dal primo nome della piazza, cioè Piazza Esedra).

L'acqua delle terme veniva da un ramo del terzo acquedotto della Roma Antica, l'Acqua Marcia, attraverso una cisterna lunga più di 90 mt, soprannominata la Botte di Termini. Il modello seguito per la costruzione è quello delle Terme di Traiano. I punti in comune sono infatti molti, dalla grande esedra semicircolare al calidarium rettangolare con tre nicchie semicircolari.

L'esposizione era a Sud-Est per permetter al Sole di riscaldare l'acqua nel calidarium senza toccare il frigidarium con i suoi raggi. Al centro vi era l'aula centrale. Lungo il suo asse minore si trovavano i bagni, il calidarium, il frigidariume e il tepidarium, mentre sull'asse maggiore erano ubicate le palestre. A chiudere il tutto la grande piscina rettangolare della natatio. All'angolo dell'edificio c'era la sala ovale degli spogliatoi, l'apodyterium.

Nel corso dei secoli, anche dopo i tremendi saccheggi subiti dalla città per mano dei Goti dei Vandali, le Terme continuarono la loro funzione fino al 537, quando Vitige e Belisario, generale dei Goti l'uno e generale bizantino l'altro, ne chiusero gli acquedotti e ne murarono gli accessi.

La grande mole degli edifici però, fu da subito riutilizzata in diversi altri modi. Diverse strutture edilizie vennero costruite al suo interno all'indomani della caduta dell'Impero, come rifugi per la sopravvissuta popolazione romana. Nel 1560 parte dell'edificio originale venne tramutato in chiesa, per volere di Papa Pio IV, incalzato dalle richieste dei Certosini in cerca di un nuovo monastero.

Il Papa incaricò Michelangelo Buonarroti per il lavoro di restauro, il quale disegno un impianto che si appoggiava alle mura originali senza alterarne troppo la pianta. Nacque dunque la Chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Successivi restauri furono affidati intorno al 1749 all'architetto Vanvitelli, che tramuto il calidarium nell'attuale accesso.

Nel 1754 venne costruita all'interno del complesso termale la Chiesa di Sant'Isidoro alle Terme, oggi quasi completamente scomparsa.
Del 1764 è la realizzazione per volere di Papa Clemente XIII di 10 pozzi necessari alla conserva dell'olio, ognuno dei quali poteva contenere fino a 44.000 litri del prezioso liquido. Nei due secoli successivi furono vari gli utilizzi delle terme: carceri, uffici postali, ospizi, facoltà del Magistero ed altro.

Infine nel 2000 l'impianto è stato destinato ad uso espositivo, con lo scopo di custodire i preziosi tesori del Museo Nazionale Romano, che a tutt'oggi trova nelle Terme di Diocleziano una delle sue sedi.